20 giugno 2011

là posta

Eccoci qui, allineati e pigiati in file parallele.

C'è chi deve inviare delle lettere e chi vorrebbe versare capitali o minuscoli assegni. Chi scambia qualche parola, magari con un accento particolare, e chi interroga gli astanti. Chi è in già in compagnia e chi attacca bottone. E c'è pure un maggiore, qui per combinazione.

Non tutti hanno spazio e qualcuno cerca scampo dalla cappa vicino al cancelletto che dà sulla scala a chiocciola. In parecchi non hanno il numeretto, tanto ci sono pochi controlli: qualcuno spinge, uno prova ad inserirsi nel mezzo e per poco non si alzano le mani.

Poi, immancabile, il blocco del sistema di inserimento e la scena del tale - proprio un bel caratterino - che, puntato il dito, apostrofa chi è dietro la schermata, sostenuto da un degno compare che, dall'estremo opposto, alza la voce e prorompe in esclamazioni inputando colpe alle sedi periferiche.

E tutto mentre noi, ben poco disposti a tornar da capo a far la coda, siamo ancora qua a sopportare la silenziosa attesa e la pressione.

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